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“L’unica differenza tra il tempo di pace e il tempo di guerra è… (Tucidide, forse) dicembre 1, 2008

Posted by Sandro De Luca in Cinema & Cinema.
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Nessuna verità

Un film di Ridley Scott. Con Leonardo DiCaprio, Russell Crowe, Mark Strong, Golshifteh Farahani, Oscar Isaac. USA 2008

“L’unica differenza tra il tempo di pace e il tempo di guerra è che in pace i figli seppelliscono i padri, in guerra, i padri seppelliscono i figli.” – Tucidide, forse

Questo film è iniziato sul filo della noia.

Ma subito mi sono chiesto: ci deve essere qualcosa di positivo, perché Ridley Scott ci ha abituato a cose straordinarie. Allora non ho prestato più attenzione , agli intrighi, al solito ritmo incalzante che ti tiene inchiodato a quella sedia che diventa sempre più scomoda… Tutto già è stato visto.

Ho pensato che per la stesura del film R. Scott ha letto molte poesie; e due almeno l’hanno ispirato.

Si affrontano non due mondi in guerra, bensì due modi di vivere la guerra.

Da una parte il mondo ovattato della CIA dove tutto è programmato, dove la guerra è vista tramite immagini di satelliti spia e con questi si gioca ad ingrandire dei puntini, ad entrare in case che sembrano costruzioni della playmobil; a zummare su persone che camminano o entrano in un negozio per la spesa.

Le case playmobil vengono bombardate, pur sapendo che dentro cè un padre che accompagna in bagno il piccolo, svegliatosi di notte, a fare pipì; che ci sono ragazzi che si apprestano ad andare a scuola ; che si falcidiano persone che stanno con la loro moglie che apparecchia la tavola .. così senza il minimo motus d’animo; tanto è solo un gioco, forse neanche divertente, non appassionante.

Da questo mondo lontano le miliaia di morti amma zzati sono solo una statistica

Anche perché chi dirige le operazioni dagli USA è distratto dalle necessità del quotidiano: portare il figlioletto che si è sveglato a fare pipì; aiutare la moglie per la cena; a preparare i pargoli per la Scuola…

Scene di vita familiare quotidiana che si ripetono uguali in tutto il mondo, anche là dove si abbattono case, si falcidiano persone…

La guerra vissuta come normalità di vita, la morte procurata in terre lontane e sconosciute, ; giustificare la guerra che diventa cosa scontata in una logica raccapricciante. Ed in quest’ottica le migliaia di morti ammazzati diventano un arido numero, una asettica statitistica

A fronte di questo mondo ovattato, cè l’altro reale dove si vedono uomini donne e bambini morti realmente, dilaniati da bombe realmente magari mentre a ccompagnavano il figlioletto a fare pipì.. Dove i morti ammazzati non sono una cifra statistica, ma hanno un nome, un’età, una famiglia un vissuto, un futuro..

Bene , l’dea del raffronto tra questi due modi diversi di vivere la guerra l’ho trovata originale. Ma nonostante ciò il film non appassiona; come non ha appassionato Di Caprio con la sua solite smorfiette ( “ Facite a faccia feroce” diceva il suggeritore dell’avanspettacolo all’attore che non entrava nel ruolo ); più incisivo è stato Crowe; il tipo di personaggio che interpreta può “starci”.

Ridley Scott continua ad avere una mano pregiata nel dirigere, ma forse doveva leggere qualche volta in più le poesie che l’hanno ispirato.

Voto: 5 o 6 su 10

A proposito le poesie che esprimono i due modi di intendere la guerra

J.Prevert

La madre fa la maglia
Il figlio fa la guerra
Lei la madre lo trova del tutto naturale…

… Il figlio muore ammazzato..
La madre e il padre vanno al cimitero
Trovano questo del tutto naturale padre e madre
La vita continua con la sua maglia la sua guerra e i suoi affari..

R. Perseni
Non sei che una croce

Nessuno forse sa più
perchè sei sepolto lassù

nel camposanto sperduto…