jump to navigation

Non entrate in quella sala! marzo 5, 2010

Posted by Sandro De Luca in Cinema & Cinema.
Tags: , , ,
add a comment

Shutter Island
Un film di Martin Scorsese. Con Leonardo DiCaprio, Mark Ruffalo, Ben Kingsley, Michelle Williams, Patricia Clarkson. USA 2010.

Metti una sera a cena ( noto lavoro teatrale di Giuseppe Patroni Griffi ) in buona compagnia.

Metti che le pietanze siano state scelte per meglio onorare un grande vino bordolese.

E metti che tale vino sia  un Premier Gran Cru ad esempio uno Chateau Margaux ( piaceva tanto ad Hemingway ).

Metti però che, odorando il tappo, ti accorgi che questo vino leggendario sa di muffa ( il temibile sapore di tappo ).

Non so quale sarà la vostra reazione; sicuramente conosco la mia: delusione, rabbia, collera, furia..per un vino mitico rovinato da una disattenta scelta dei sugheri.

Ecco è la stessa reazione che ho avuto vedendo questo film.

Ma ci vogliamo render conto che Martin Scorsese da tempo ha smarrito il dono del saper raccontare?
Così fu per Gags of New York, così per the Departed, così per quest’ ultimo lavoro.

Siamo agli inizi degli anni ‘ 50; non si è ancora spenta l’eco dell’ultima guerra mondiale ed il maccartismo sta prendendo piede.

La storia si svolge in un manicomio criminale, dove….
Potrei raccontarvi tutta la trama, perché dopo venti minuti già è tutto chiaro.

Resto sconcertato di fronte a scene ed azioni scopiazzate anche in malo modo; resto sgomento di fronte a tentativi di rendere interessante la storia con misteri posticci dentro altri misteri che sanno di finzione ( c’è la famosa notte buia e tempestosa, il solito vecchio cimitero, l’abituale  casa abbandonata, l’obsoleta scala a chiocciola, qualche reminiscenza gotica..)

Nessuno appare sincero.
Non sono sinceri gli ammalati; non sono sinceri gli psichiatri; non sono sinceri i guardiani; non è sincero il regista che banalizza e ridicolizza problematiche immense ( manicomi, terapie cruente e farmacologiche, i campi di concentramento.. ).

E Di Caprio? Ma qualcuno gli vuole dire di evitare di recitare con smorfiette e mossette? Diventa la caricatura di se stesso.

La noia vi prenderà dopo una mezza ora.

I primi a distrarsi sono stati proprio dei ragazzi; gli adulti hanno resistito un poco in più.

Martin Scorsese è come un vino dal nome prestigioso; ma purtroppo sa sempre di tappo ( il vino ).

Voto: quattro su dieci

“L’importante è che la morte ci colga… vivi” (Non so chi l’ha detto) febbraio 1, 2009

Posted by Sandro De Luca in Cinema & Cinema.
Tags: , , , , , , , , , , , , , , ,
2 comments

Revolutionary Road
Un film di Sam Mendes. Con Kate Winslet, Leonardo DiCaprio, Kathryn Hahn, David Harbour, Ryan Simpkins, Ty Simpkins, Zoe Kazan, Kathy Bates, Richard Easton, Michael Shannon. – Produzione USA, Gran Bretagna 2009.

“Il dramma è una forma letteraria che può avere argomento tragico o comico, a seconda delle situazioni descritte; nella accezione d’uso comune invece, si tende a designare, con questo termine, vicende dolorose o problemi esistenziali, o altri eventi di portata tragica”.

Esiste una dramma greco, latino, medievale, borghese…

Questo film è un dramma borghese, della middle class americana, descrivendone la vita quotidiana, le disavventure, le aspirazioni.

Non sono uno esperto, ma se si getta uno sguardo d’insieme ( in un lungo arco temporale ) alla drammaturgia, si è colpiti dal fatto che, pur nella varietà d’espressione, c’è un tema ricorrente, talvolta ossessivo, nella produzione artistica: il delicato e precario equilibrio della famiglia; un’istituzione sviscerata e sondata profondamente , mettendola non di rado sotto accusa.

E si ripete sempre lo stesso archetipo: la rappresentazione dei conflitti all’interno della famiglia, spesso degeneranti in lotta aperta.
Così nella antica Grecia, così in Shakespeare, così in Richard Yates ( autore del libro che ha ispirato il film ).

“A casa dopo l’uragano, Scandalo al sole, Splendore nell’erba…”
film che hanno accompagnato la mia generazione in fase adolescenziale, trasmettendoci sensazioni che smuovevano le corde più profonde dell’ anima.

Le inquietudini, la gioia, le frustrazioni, le idee romantiche, le delusioni, i SOGNI. Tutto questo c’era in quei film; e tutto questo c’è in questo splendido lavoro.

Siamo negli anni cinquanta. I Wheeler, belli, sofisticati e ammirati, sono una coppia che nel privato prova a resistere all’amore finito, tra notti insonni, bicchieri sempre pieni e sigarette sempre accese; quadro classico di una vita che scorre monotona, senza speranza.

Ma al varco c’un sogno, un sogno realizzabile che darà linfa e speranza al loro rapporto: Parigi. Vivere a Parigi, ricrearsi nuovi stimoli, nuove illusioni: riappropriarsi della propria vita…

Basta così, sto cadendo troppo nell’ovvio e nel melenso; andate a vedere questo film che non né ovvio né melenso.

Vi prenderà fin dall’inizio: recitazione impeccabile, ruoli perfetti, sceneggiatura accattivante, musiche ad hoc, regia magistrale.

Seguirete i personaggi con il fiato sospeso nell’evolversi della loro vita; percorsi di vita che sicuramente sono anche un po’ vostri.

Voto:  otto su dieci

“L’unica differenza tra il tempo di pace e il tempo di guerra è… (Tucidide, forse) dicembre 1, 2008

Posted by Sandro De Luca in Cinema & Cinema.
Tags: , , , , , , ,
add a comment

Nessuna verità

Un film di Ridley Scott. Con Leonardo DiCaprio, Russell Crowe, Mark Strong, Golshifteh Farahani, Oscar Isaac. USA 2008

“L’unica differenza tra il tempo di pace e il tempo di guerra è che in pace i figli seppelliscono i padri, in guerra, i padri seppelliscono i figli.” – Tucidide, forse

Questo film è iniziato sul filo della noia.

Ma subito mi sono chiesto: ci deve essere qualcosa di positivo, perché Ridley Scott ci ha abituato a cose straordinarie. Allora non ho prestato più attenzione , agli intrighi, al solito ritmo incalzante che ti tiene inchiodato a quella sedia che diventa sempre più scomoda… Tutto già è stato visto.

Ho pensato che per la stesura del film R. Scott ha letto molte poesie; e due almeno l’hanno ispirato.

Si affrontano non due mondi in guerra, bensì due modi di vivere la guerra.

Da una parte il mondo ovattato della CIA dove tutto è programmato, dove la guerra è vista tramite immagini di satelliti spia e con questi si gioca ad ingrandire dei puntini, ad entrare in case che sembrano costruzioni della playmobil; a zummare su persone che camminano o entrano in un negozio per la spesa.

Le case playmobil vengono bombardate, pur sapendo che dentro cè un padre che accompagna in bagno il piccolo, svegliatosi di notte, a fare pipì; che ci sono ragazzi che si apprestano ad andare a scuola ; che si falcidiano persone che stanno con la loro moglie che apparecchia la tavola .. così senza il minimo motus d’animo; tanto è solo un gioco, forse neanche divertente, non appassionante.

Da questo mondo lontano le miliaia di morti amma zzati sono solo una statistica

Anche perché chi dirige le operazioni dagli USA è distratto dalle necessità del quotidiano: portare il figlioletto che si è sveglato a fare pipì; aiutare la moglie per la cena; a preparare i pargoli per la Scuola…

Scene di vita familiare quotidiana che si ripetono uguali in tutto il mondo, anche là dove si abbattono case, si falcidiano persone…

La guerra vissuta come normalità di vita, la morte procurata in terre lontane e sconosciute, ; giustificare la guerra che diventa cosa scontata in una logica raccapricciante. Ed in quest’ottica le migliaia di morti ammazzati diventano un arido numero, una asettica statitistica

A fronte di questo mondo ovattato, cè l’altro reale dove si vedono uomini donne e bambini morti realmente, dilaniati da bombe realmente magari mentre a ccompagnavano il figlioletto a fare pipì.. Dove i morti ammazzati non sono una cifra statistica, ma hanno un nome, un’età, una famiglia un vissuto, un futuro..

Bene , l’dea del raffronto tra questi due modi diversi di vivere la guerra l’ho trovata originale. Ma nonostante ciò il film non appassiona; come non ha appassionato Di Caprio con la sua solite smorfiette ( “ Facite a faccia feroce” diceva il suggeritore dell’avanspettacolo all’attore che non entrava nel ruolo ); più incisivo è stato Crowe; il tipo di personaggio che interpreta può “starci”.

Ridley Scott continua ad avere una mano pregiata nel dirigere, ma forse doveva leggere qualche volta in più le poesie che l’hanno ispirato.

Voto: 5 o 6 su 10

A proposito le poesie che esprimono i due modi di intendere la guerra

J.Prevert

La madre fa la maglia
Il figlio fa la guerra
Lei la madre lo trova del tutto naturale…

… Il figlio muore ammazzato..
La madre e il padre vanno al cimitero
Trovano questo del tutto naturale padre e madre
La vita continua con la sua maglia la sua guerra e i suoi affari..

R. Perseni
Non sei che una croce

Nessuno forse sa più
perchè sei sepolto lassù

nel camposanto sperduto…