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Le lacrime di Ippocrate.. settembre 26, 2008

Posted by Sandro De Luca in Cinema & Cinema.
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Il Medico aggredito

Reality show

Sono passati molti anni da quando,con entusiasmo ed allegria, noi medici incominciavamo a delineare  i percorsi che avrebbero dato in futuro un notevole contributo alla nostra identità sia sul piano professionale che sul piano umano.

Sotto le spinte anche del sessantotto , si era ormai esaurita la fase di vita universitaria in cui dominavano i cosiddetti Baroni ( ma forse non hanno lavorato tanto male, se volete ne riparleremo ); noi ci siamo trovati nella fase di transizione; e come tutti i passaggi d’epoca, non mancavano iniziative e programmi pur tra le mille contraddizioni.

Comunque, presto, molto presto molti di noi hanno abbracciato la carriera ospedaliera.

Ma che cosa è l’ospedale? Ancora adesso la mia risposta è la stessa. E’ un inferno.

La struttura ospedaliera, i ritmi di lavoro, i mille piccoli e grandi problemi quotidiani, il degrado morale, l’assenza di progetti, la stagnazione culturale, il nepotismo, l’assenza di  regolari percorsi meritocratici, l’ostentazione dell’ingiustizia, l’opposizione agguerrita ad ogni innovazione, fanno dell’ospedale un inferno.

Un inferno che lasceresti mille volte al giorno, ma poi ci torni mille volte al giorno.

Perché?

Perché si stabilisce con il luogo di lavoro, ma soprattutto l’ospedale,un rapporto conflittuale, ma un conflitto creativo.

E ci torni mille volte al giorno per amore e per la curiosità.

“Curiosità come presupposto di creatività: curiosità come stimolo creativo a superare il contingente e vedere ciò che tutti hanno visto, e pensare ciò che nessuno ha pensato.

E tutto questo attraverso un’indagine, attraverso un interrogatorio, se così possiamo dire, del paziente, per cercare di risalire al colpevole, cioè la malattia.

In una parola attraverso l’anamnesi: il raccogliere storie che sono cliniche, ma anche inevitabilmente personali, sentirle raccontare da più persone ognuna delle quali le narra dal suo punto vista, ascoltare le versioni del malato e dei suoi familiari e confrontarle tra di loro.

Un vero e proprio giallo che ci riporta alla metodologia induttiva di Sherlock Holmes che, da un particolare, risale al tutto, al colpevole.

Non a caso si parla di indagine sia quando ci si appresti a cercare il colpevole di un crimine, sia quando ci si muova per identificare la causa di un sintomo o di una malattia.

Se ci pensate, vi accorgete che il procedimento è simile: raramente si presentano subito prove concrete e definitive; più spesso ci si basa su indizi che vanno riconosciuti, ordinati, inseriti in un contesto ( l’individuo ed ancora la sua storia ) ed infine elevati al rango di accusa o di diagnosi.

Nelle storie di Holmes e di Poirot, il crollo del colpevole, incastrato dall’accumularsi di particolari, è come la guarigione dalla malattia, la manifestazione lampante della correttezza delle indagini.”

Ed alla fine ti senti soddisfatto, una soddisfazione che ti deriva anche dal rapporto che hai stabilito con il paziente, e che molte volte diventa amico.

Questo è il nostro lavoro che sempre svolgiamo con curiosità con scienza e coscienza come ci insegnava Ippocrate.

Ma Ippocrate adesso piange e lancia un grido di dolore di fronte a questa medicina che non è più dei solo dei medici; e piange perchè vede un quadro in cui è raffigurato un malato grave, allettato, senza energia, emaciato e morente.

Al suo capezzale c’è una folla di figure professionali rappresentate da avvocati, filosofi, bioeticisti, sacerdoti, politici ed adesso anche attori e registi; più distante c’è il medico; è distante perchè non trova spazio tra la folla di inopportuni incompetenti intorno a quel capezzale.

Strangers at bedside ( estranei al capezzale del malato) Questo è il titolo del quadro.

Ippocrate piange e si chiede perchè si è arrivati a questa degenerazione sanitaria, dove il medico è subito associato ad una parola: malpractice.

“Chiunque per imprudenza, imperizia o negligenza ovvero per inosservanza di norme nello svolgimento della professione medica cagiona ad altri lesioni, danni fisici o la morte, soggiace a sanzioni restrittive della libertà personale in sede penale, ad obblighi risarcitori in sede civile, ed a sanzioni disciplinari in sede deontologica”

Giusta legge e va sempre applicata.

Le cifre riguardanti le denunce di malpractice sono enormi, ma bisogna analizzarle per avere un giusto quadro.

La maggior parte delle denunce scattano per la voracità di avvocati “ avventurieri”, senza un fondamento reale.

Altre per l’inefficienza strutturale di alcuni ospedali, e qui il medico nulla c’entra.

Altre per la carenza di una chiara comunicazione tra medico, paziente e suoi familiari circa i rischi ed i possibili realistici risultati. E le persone denunciano i medici quando gli esiti delle procedure mediche non vanno d’accordo con le loro aspettative.

E poi c’è l’imponderabile …

I veri errori medici quindi sono molto pochi e rientrano in una statistica accettabile ( lo so è un discorso cinico e crudele, ma bisogna pur farlo proprio trovare soluzioni più drastiche ).

Ippocrate adesso non piange, ma si indigna e si adira, e chiede a Zeus di lanciare strali di fuoco contro i procacciatori di questo ennesimo affronto nei confronti dei medici.

Sto parlando della nuova fiction televisiva “ Crimini bianchi “ dove i medici vengono visti come “criminali da punire, come nemici da incastrare” recita il trailer.

E poiché la verità non è quella che si cerca, ma ciò che dice la televisione, gli effetti su un certo tipo di pubblico saranno sicuramente devastanti creando ulteriore disagio verso i medici e verso la sanità. Qui non esiste il diritto di cronaca, ma solo una speculazione su situazioni incresciose e dolorose.

Ma è una fiction; e la fiction televisiva è l’esatto opposto del cinema , una specie di sua “adulterazione permanente. Meglio: una sua caricatura”.

“Il cinema racconta storie che parlano di noi, che riguardano il nostro passato e il nostro presente, con il timbro della verità, della poesia e dei sentimenti.

Questa fiction sarà più delle atre scialba, uno scialbissimo fumettone piccolo-borghese dove nulla riesce ad apparire ciò che vorrebbe essere.

E’ il trionfo dell’inautentico, dell’implausibile, del finto.

Finti, fintissimi, i carabinieri, i distretti di polizia, la gente di mare, i medici, i professori e tutto il resto che popola le serate degli italiani; ma non il finto delle favole, bensì il povero finto delle stoffe dei magliari.”

Sembra che ci sia un disegno che parte da lontano e guidato da un grande vecchio ( ecco che ritorna ) ; disegno perverso che insinua dubbi e timori in tutte le istituzioni più importanti: Scuola, Sicurezza, Salute.

L’effetto è la sfiducia e la paura del cittadino ( Paura liquida, direbbe Zygmunt Bauman). Ed un popolo che ha paura ( paura amplificata ad hoc ) non pensa ai reali problemi, non pensa a difendere la Scuola ormai in via di smantellamento, non pensa alla Sanità sulla via del privato ( v assicurazioni ), non pensa..  e non si accultura.

E dove non c’è cultura non c’è pensiero, e dove non c’è pensiero non circolano idee. Ed una popolazione senza idee facilmente può essere controllata, manipolata ed indirizzata sia a dare il consenso a qualcuno sia.. a vedere la fiction “ Crimini bianchi”.

Adesso Ippocrate si sente confuso… Anche lui è uno Spaesato.

Commenti»

1. anna gabbrielli - settembre 28, 2008

piange Ippocrate ma piange tutto e/o tutti quelli che hanno percezione della fragilità umana. Tu la tocchi per mano tutti i giorni ( e sicuramente l’ospedale è un punto di osservazione previlegiato) ma quelli che sono dall’altra parte della barricata (cioè quelli che la sgamano per fortuna o distrazione)) solo quando sbattono la testa pesantemente si accorgono di quanto sono manipolati ed in balia di …cretini (perchè sono solo cretini ti rendi conto! che hanno in mano la nostra vita presente e futura-vedi scuola-)
Il problema grosso è che non riesco a capire chi sono quelli che lo hanno votato, e tutte le motivazioni che mi capita di sentire( di rado perchè di rado affronto l’argomento tale e tanta è la paura di trovarmi di fronte all’abisso) compresa la “sfiducia e la paura tout-court) non mi danno risposte accettabili. Perchè se le accettassi vorrebbe dire che non mi posso più meravigliare di nulla,che ormai la cecità è diventata talmente pervasiva da far accettare come fiction la realtà, maria filippi il nostro guru e porta a porta la porta d’ingresso al nostro quotidiano.
Ritorno a quello che mi hai detto:lo spaesamento è un soggetto sociale. Se si aggiunge che,come dice Rosanna,non abbiamo voce, come ci difendiamo? Non so nuotare, nella paura liquida affogo.
ciao anna

2. chiarOscura - ottobre 7, 2008

ciao, vedo ora questo tuo intervento. mi sento di aggiungere la mia perchè in passato sono stata anche infermiera e ho lavorato a stretto contatto con i malati. l’ospedale per quanto mi riguarda è davvero un posto d’inferno, non solo per chi ci lavora ma soprattutto per chi si trova nei panni del paziente. in un ospedale di orientamento cattolico ho visto “cose” vomitevoli che non ripeterei a nessuno e non augureri nemmeno al mio peggior nemico. se il personale infermieristico viene degradato a sguattero del medico, i dottori almeno hanno più libertà me anche maggiori responsabilità. nemmeno loro insomma se la passano bene! la paura come tu hai sottolineato è una leva potentissima, una maschera che indossiamo senza più vergogna e che, diciamo al verità, ci va anche comoda. riempiamo le strade di militi ben pagati, desertifichiamo le scuole, legittimiamo la libertà di inquinare, sfoghiamo la rabbia sugli immigrati e i derelitti della società. è questo il senso dell’esistenza? no, ma è ciò che ci hanno educato a perseguire attraverso la tv, il più grande strumento di manipolazione di massa dopo l’oscurantismo cattolico.
ti auguro comunque un buon lavoro nella struttura in cui trascorri il tuo personale inferno sperando che con queste tue/nostre osservazioni tu abbia la capacità di rendere più veritiero il senso delle parole di Ippocrate.
a presto!
chiara


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