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Bosone: chi era costui? ( parafrasando don Abbondio ) febbraio 28, 2011

Posted by Sandro De Luca in Cinema & Cinema.
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Il grinta

Un film di Ethan Coen, Joel Coen. Con Jeff Bridges, Matt Damon, Josh Brolin, Hailee Steinfeld, Barry Pepper.Domhnall Gleeson, Elizabeth Marvel, Ed Corbin, Nicholas Sadler, Dakin Matthews, Paul Rae, Joe Stevens, Mary Anzalone, Brian Brown.. Usa 2011

Sicuramente conoscete il Caravaggio ed altrettanto sicuramente vi siete soffermati ad ammirare la luce che spicca nei suoi dipinti.

Ma se ci pensate un attimo il geniale Caravaggio non è colui che scopre la luce, ma colui che scopre l’ombra, l’oscurità; un’oscurità che parla.

Sicuramente conoscete ( ? ) la teoria dei quanti ed altrettanto sicuramente sapete che tale toria si occupa di quell’immenso universo del molto piccolo ( atomi, elettroni..).

Sicuramente siete a conoscenza del fatto che ciò che vediamo dell’universo è solo il 5% della materia; tutto il resto è materia oscura, cui cerca di dare una spiegazione appunto la meccanica quantistica.

Pare che proprio per quell’apparente vuoto della materia oscura noi esistiamo; pare che proprio in quel vuoto nasca il bosone “ la particella di Dio”, particella che appunto è energia ed ad un contempo materia ( è l’obiettivo che si prefigge di dimostrare il CERN di Ginevra con LHC ).

Si curamente conoscete l’endotelio ed altrettanto sicuramente sapete che in questa struttura che tappezza arterie, vene.. del nostro organismo, si svolgono  processi  estremamente piccoli ma fondamentali per la vita, dal cui  funzionamento dipende la salute o la malattia..bè lasciamo perdere.

Le immagini del film scorrono come una riproduzione animata dei dipinti del Caravaggio dove c’ è la luminosità  in cui si racconta una storia dura, essenziale e spietata.

Ma c’è anche  l’ombra, quella materia oscura sì, ma viva e palpitante; e dentro si racconta un’altra storia ricca scintillante; una storia di sogni e magari con  le ricche e mitiche simbologie che hanno reso celebre il western e che mancano in questo lavoro.

Il  film scorre lento, come può scorrere lenta la visone di una mostra sul Caravaggio.

Il film alimenta la fantasia per  approdare verso lidi enigmatici ed oscuri, come enigmatica  è la materia oscura del Caravaggio e del mondo subatomico.

Ma c’è ancora un’altra mostra d’arte in questa splendida performance: l’impressionismo.

Come questa corrente artistica, anche i Coen  scelgono di rappresentare solo e soltanto la realtà sensibile, evitando  qualsiasi riferimento alla costruzione ideale della realtà, per occuparsi solo dei fenomeni ottici della visione. E per far ciò cerca di riprodurre la sensazione ottica con la maggior fedeltà possibile.

Emblematica è l’ultima scena : due tombe, un campo luminosissimo in cui si staglia maestosa la donna in nero nel suo incedere elegante; il tutto su una avvolgente melodia che sa di antico e di eterno ( mi sembra di Johnny Cash ). Bè se questa non è grande arte..

E’ sbagliato dire che l’interpretazione di qualcuno è magistrale. Il film  va preso nella sua coralità dove ogni particolare è fondamentale per costruire un mosaico a dir poco perfetto.

E l’endotelio che c’entra? Ve lo spiego la prossima volta

Voto otto su dieci.